Associazione Agrado

mercoledì 3 dicembre 2014

Elena, da Salamanca con passione...

Elena, da Salamanca con passione

Cronaca da Salamanca dopo 3 mesi di SVE

 

 http://casaescuelasantiagouno.es/

Se dovessi scegliere un aggettivo per descrivermi, come si usa fare in quelle tristissime trasmissioni televisive pensate per facilitare gli “incontri umani”, di certo opterei per un “curiosa”, seguito da una lista di altre classificazioni che di certo allontanerebbero il/la potenziale (s)fortunato/a come incostante, stralunata, impulsiva,  solitaria, indipendente.  Così inizia la mia avventura a Salamanca. Curiosità e spinta alla partenza. Il tutto per caso.
Dottorato finito, 31 anni alle porte, un futuro incerto senza la neppur minima prospettiva di un lavoro imminente. Inizio a guardarmi intorno, cercando progetti di mobilità in linea con i miei interessi. Ne vaglio diversi, tra Togo, Islanda, Marocco. Uno in particolare attira la mia attenzione, lo scelgo, sono sicura, mando all’aria tutti gli altri e felice, per la decisione sofferta ma finalmente “stabile” (almeno per il medio periodo), compro il biglietto aereo… 
Così il caso.
Il progetto non va in porto e il fragile mondo che mi ero costruita nell’incertezza più assoluta, crolla. Cosa fare adesso? E dove?
Laris mi parla di un progetto a Salamanca, nel centro Casa Escuela Santiago Uno. La struttura accoglie ragazzi ad alto rischio di esclusione sociale, per trascorsi personali e/o penali difficili.

Casa Escuela Santiago Uno.

L’approccio educativo è di tipo non formale,  con un’attenzione rivolta alla dimensione affettiva, alla sensibilità artistica, alla convivenza interculturale e alla consapevolezza e alla bellezza del “ser mestizos”, dell’essere meticci. Educare alla tenerezza e alla semplicità, attraverso il contatto con le cose e l’arte.  Come? Varie le attività: una scuola di circo con corsi di giocoleria, interpretazione, magia, trampoli, marionette autoprodotte con tessuti e materiale di riciclo, musica, percussioni, acrobazie, capoeira; corsi per diventare barman, cameriere o cuoco attraverso un corso professionale con Josepi (la mia cuoca preferita, che ama il limoncello); giardinaggio e agricoltura con miele e vino di produzione propria.



Inoltre, ogni estate, con il progetto “Misión Marueccos” gli educatori ed i ragazzi passano due mesi in un piccolo villaggio a sud del Marocco, condividendo conoscenze, tempo ed attività  con le persone e i luoghi.
Gli stessi ragazzi ogni anno vengono qui a Salamanca per  partecipare alla attività con i ragazzi del centro e condividere con loro racconti e vita quotidiana. 


Casa escuela Santiago Uno ospita i ragazzi in visita dal Marocco.

Il progetto mi affascina, decido di partecipare alla selezione e vengo scelta. 
Zaino in spalla, si parte di nuovo.  
Ricordo il primo giorno… Gli sguardi curiosi e sospettosi dei ragazzi, le espressioni dei loro visi, i miei sorrisi impacciati e il mio spagnolo inesistente.  La tattica della “S” alla fine di ogni parola, non funziona proprio sempre…  Così, giorno dopo giorno, inizio a conoscere i ragazzi e le loro storie. Apprendo lo spagnolo parlando con loro e la diffidenza si trasforma in risate, saluti, pacche sulle spalle e racconti di Italia o di Spagna. A volte c’è tensione, ma i momenti difficili passano e, grazie a loro, si segue. E da lì ogni giorno Joel mi saluta con un “Ciao! sei molto bella!” che, diciamolo, non dispiace.

Io e Joel.

Giorno dopo giorno, mi innamoro della tenerezza di David nelle sue performance da apprendista mago,  dello sguardo sveglio di Manuel, del sorriso trasparente di Nico, della forza di Gisella e dell’eleganza di quando balla sui suoi trampoli. Ed io, dal mio cantuccio, mi lancio nelle attività a cui ho sempre dedicato poco tempo, come la musica o la giocoleria e mi butto con entusiasmo in quelle nuove come i trampoli o l’insegnamento dell’inglese  insieme a Marta, l’altra volontaria EVS.
Pasacalles in occasione della mostra di oggetti realizzati da persone diversamente abili.
Poi la sera, dalla finestra guardo “la città dorata” e penso che ha sempre senso mettersi in gioco a 30 anni, perché il mondo è ancora tutto da scoprire e perché mai, ma proprio mai, si finisce di imparare e di conoscere gente speciale.
http://casaescuelasantiagouno.es/


Pasacalles

mercoledì 29 ottobre 2014

Cronaca da Laktasi - Bosnia



 Cronaca da Laktasi - Bosnia

Francesca racconta i suoi primi 2 mesi come volontaria SVE


Francesca Fornari (al centro) con le coordinatrici bosniache

Sono passati quasi due mesi dal mio arrivo a Laktasi e a volte mi sembra di essere qui da una settimana, altre da un’eternità! Sarà che ogni giorno scopro qualcosa di nuovo, imparo parole che non conoscevo, assimilo nuovi concetti ed espressioni, incontro persone diverse e la mia mente fa sforzi incredibili per stare dietro a tutto quello che mi sta succedendo senza perdermi niente e usando ogni esperienza, positiva o meno, per costruire i miei prossimi sette mesi in Bosnia!
 

Laktasi è il tipico posto dove non succede mai niente, tutti si conoscono tra di loro, uno straniero salta all’occhio come una mosca bianca e l’argomento che accomuna i discorsi di tutti è lo scorrere della vita ad un ritmo lentissimo. E’ stato questo il primo concetto che ho catturato dalle parole delle mie colleghe, i pochi amici che faticosamente stanno spuntando, la gente che incontro in giro e che prova ad aiutarmi a costruire una mappa dell’esistenza della gente di qua, sapendo che non posso capire, e forse non potrò mai farlo fino in fondo. E lavorare con i giovani in un contesto simile è una sfida dalle mille facce, che a volte mi sfianca, a volte mi entusiasma, a volte mi fa venire voglia di mollare: in cui in un posto come Laktasi qualsiasi cosa sembra assumere proporzioni galattiche.

Dopo questa introduzione allo scenario dei fatti, mi presento! Sono Francesca, 24enne educatrice sociale evidentemente disoccupata dalla ridente Sora, Frosinone, un po’ la Laktasi d’Italia senza i bar per fumatori.


Perché lo SVE? Per mettermi in gioco, conoscere nuove realtà, vivere nel profondo la realtà di un altro paese, dare e avere, crescere, in una parola anzi due: condividere e imparare.

Perché la Bosnia? Volevo una destinazione insolita perché è nei posti più insoliti che mi sento meglio; un paese vicino geograficamente ma allo stesso tempo diversissimo in quanto a realtà; la Bosnia mi attrae da sempre per la sua storia antica e moderna e sono affascinata dalla lingua serbo-bosniaco-croata-montenegrina come da poche altre!

Il mio SVE si svolge in un Centro municipale per l’infanzia, i giovani e le famiglie,e il mio lavoro riguarda: dare lezioni di italiano a tutti i livelli, organizzare attività non-formali per i giovani, promuovere le opportunità europee ed internazionali ed il volontariato a diversi livelli, presentare qualcosa relativo all’Italia che vada oltre stereotipi e preconcetti ma risulti interessante e stimolante per i giovani locali, creare eventi e proiezioni di film.. 



A settembre sono stata in Serbia per un campo di volontariato internazionale, “Wine festival” a Sremski Karlovci, dove ho dato una mano ai coordinatori locali nella preparazione di attività e workshop per bambini ambientati nell’antica Roma, c’erano volontari da almeno 10 paesi del mondo ed è stato bello partecipare ad un workcamp..anche se solo per un week end!

Il mese prossimo sarò a Sarajevo, all’ On-arrival Training per i volontari S.v.e. nei Balcani e non riesco ancora a credere che finalmente sarò nella città che sogno di vedere da più di dieci anni, sarà un’occasione di incontro e di confronto con volontari da tutta Europa e un buon modo per creare una rete di contatti e iniziare ad esplorare i Balcani!


 Centre for Children, Youth and Family Laktasi





venerdì 8 agosto 2014

Tornato a casa dopo 4 mesi di SVE in Bulgaria, Matteo racconta...




Tornato a casa dopo 4 mesi di SVE in Bulgaria, Matteo racconta...

 



Dopo quattro mesi passati in Bulgaria per il mio progetto EVS posso finalmente tirare le somme  di tutta la mia esperienza.

Le attività svolte durante questo periodo sono state molte e diverse.
L’attività principale che ho svolto a Varna è stato il lavoro presso l’ufficio erasmus dell’Università Economica. In questo ambiente giovane e multiculturale ho svolto le classiche attività d’ufficio e di amministrazione. Nello specifico mi sono occupato della gestione della posta elettronica, dell’aggiornamento del sito internet, della gestione delle pratiche degli studenti erasmus in entrata ed in uscita. Come iniziativa personale ho avviato i rapporti tra l’Università di Varna e l’ateneo di Cagliari.
 
ChachaBar su spiaggia di Varna - MAtteo con altri olontari Europei ed Elina. la repsonsabile SVE dell'Associzione Bulgara "For you"
   Questa mia iniziativa ha anche portato uno dei responsabili dei progetti Erasmus del polo giuridico economico a farci visita a Varna per conoscere i colleghi bulgari e per visitare le infrastrutture universitarie. Posso dire che questa mia idea di collegare Varna con Cagliari alla ha avuto un risultato anche migliore rispetto alle mie aspettative, infatti oltre agli accordi erasmus si è parlato anche della possibilità di istituire una “doppia laurea” ovvero un titolo spendibile sia in Italia che in Bulgaria. Io purtroppo non potrò essere li ad aiutare e facilitare i rapporti tra la due istituzioni ma spero fortemente che queste idee si tramutino presto in realtà. Sono però certo di aver migliorato le mie competenze sia pratiche che linguistiche che sociali.


Progetto su tolleranza "Senza razza"


Per quanto riguarda le attività che ho svolto in collaborazione con l’associazione For You, che dire? 

For You anche se piccola è molto attiva e durante questi quattro mesi ha portato avanti tante iniziative di diverso tipo. Io vorrei ringraziare moltissimo Elina (la responsabile di For You) per avermi sempre dato la possibilità e la libertà di scegliere a quante e quali iniziative partecipare. Durante il mio servizio di volontariato ho fatto il fotografo, parlato in pubblico, pulito le spiagge, fatto braccialetti, dipinto uova, cucinato, costruito oggetti con i rifiuti, colorato magliette, scritto articoli per sito e blog. Per me è stato anche molto importante il tempo che ho passato con i giovani con disabilità che partecipano alle attività di For You. Per me era la prima esperienza assoluta in questo ambito e devo dirlo non avevo idea di come comportarmi e cosa fare. Nonostante questi dubbi le cose sono andate benissimo, mi sono reso conto che sarebbe stato facile perché loro (i ragazzi) rendono le cose facili. Anche se la lingua ci divide riuscivamo a capirci ed ho imparato che loro con gesti e parole sono sempre veri e sinceri quindi ti puoi fidare del tuo istinto per capirli e aiutarli.

Un divano molto affollato....

L’aspetto che però vorrei sottolineare maggiormente riguardo a questa mia esperienza sono i rapporti umani e sociali che sono nati durante questi quattro mesi. In questi mesi ho conosciuto in diversi modi e in diversi luoghi tante persone. Mi sono reso conto davvero dei mille modi diversi di vivere delle persone e i diversi modi di affrontare la vita. Ho avuto esperienze dirette, altre cose mi sono state raccontate. Piccola parentesi, ho adorato fermarmi ad ascoltare le storie e le avventure di altri volontari o gente comune, chiusa parentesi.

I servizi di volontariato europeo è vero sono costituiti da progetti, da quello che uno deve fare o imparare a fare, ma quello che a mio parere rende unici questi progetti e che renderà unici i progetti di chi vorrà partecipare sono le persone che si incontreranno. Sono convinto che con alcuni volontari ci si incontrerà nuovamente da qualche parte perché il legame che si è creato tra tutti noi è davvero forte.

Il migliore augurio che io possa fare ai futuri volontari che decideranno di partire (ovunque nel mondo) è di trovare oltre a un progetto che sia interessante auguro di trovare tante persone speciali.

 
Matteo davnti a Bazar ad Istanbul
 P.S. Cosa ho scoperto in quattro mesi: Ho scoperto che in Bulgaria per tradizione ai bambini appena nati gli si augura di essere brutti, ho scoperto che ci sono dei ragazzi che sono partiti dall’Italia in bici per raggiungere l’Asia, ho scoperto che la Bulgaria è un bellissimo paese con tanto verde, ho scoperto che ho degli amici che amano così tanto i viaggi pazzi che hanno deciso di tornare a casa in spagna in autostop attraversando l’Europa, ho scoperto che con i treni bulgari bisogna stare attenti altrimenti puoi avere delle brutte sorprese, ho scoperto che Istanbul è un pazzo meraviglioso caos, ho scoperto che la Bulgaria è l’unico paese dove per dire si e no scuotendo la testa lo fanno nel modo opposto a tutti gli altri, ho scoperto che nonostante tutto noi Italiani siamo sempre simpatici a tutti, ho scoperto che amo il cibo greco, ho scoperto che anche in case piccole c’è spazio per molti, ho scoperto che se in Bulgaria Ne vuol dire No e in Grecia Ne vuol dire Si puoi avere dei problemi, ho scoperto che a Varna si può cucinare e mangiare la paella nel  parco cittadino, ho scoperto di avere tanti nuovi amici.