Associazione Agrado

sabato 31 gennaio 2015

Irene, a Ceuta -Spagna- da 3 mesi



 Irene, a Ceuta -Spagna- da 3 mesi

 Il Marocco e la frontiera


Avevo bisogno di aria.

Aria di nuovi incontri, una realtà diversa in cui vivere, un’esperienza scelta con entusiasmo.

Così, il due ottobre scorso ho preso la laurea triennale in Psicologia e dieci giorni dopo ero in viaggio verso Ceuta. Si mescolavano immagini con speranze, informazioni lette con fantasie. Non sapevo bene cosa aspettarmi né da questa città, né da questa esperienza che stavo per iniziare. Questa forma di parziale incoscienza a tratti mi spaventava e a tratti nutriva intensamente la mia motivazione.

A distanza di tre mesi sorrido e sposto lo sguardo sull’insalata di parole ed emozioni che sta dentro la mia testa.

 Entusiasmo, gratificazione, momenti di smarrimento. Parole spagnole conosciute, discorsi incompresi. Coinvolgimento emotivo e solitudine, stupore e occhi aperti. Iniziare a vedere come normale passare una frontiera. Viaggi in Marocco, strade nel niente, buoni sapori, caos e sporcizia. Nostalgia. Tanti spunti, progetti da mettere su. Disordine. Donne e bambini che mi scaldano il cuore. Indignazione, voglia di informarsi. Assorbire.



Mi spiego meglio, questa è una buona occasione per cercare di esprimermi in modo meno caotico.



Sto svolgendo lo SVE presso l’Asociación Digmun a Ceuta, città spagnola separata da una striscia di mare con la penisola iberica e da una frontiera di otto chilometri con il Marocco.

Digmun si impegna affinché i diritti e la dignità delle donne, dei bambini e delle bambine vengano rispettati.





 Non sono la unica volontaria, infatti Emilie è la ragazza francese con cui collaboro, è molto propositiva, ha voglia di fare e formiamo una bella coppia!

Fin dal giorno dopo il nostro arrivo ci hanno fatto sentire parte dell’associazione inserendoci nelle diverse attività e dandoci responsabilità e fiducia.

I progetti sono differenti e connessi alla realtà sociale di Ceuta. Ci sono infatti molti bambini che vivono a tutti gli effetti a Ceuta e quindi in Spagna, ma che non hanno i documenti per potersi iscrivere alle scuole ufficiali e quindi l’associazione organizza un’attività scolastica per potere fornire loro un minimo di istruzione e noi aiutiamo durante la mattina. Con loro sto imparando a mettermi in gioco, a gioire per piccoli traguardi e ad affrontare i momenti in cui arriva un po’ di disillusione.

Poi ci sono le donne. Tante donne che dal Marocco ogni giorno varcano la frontiera per lavorare a Ceuta e tornano per la sera, mentre altre vivono in Spagna, ma tutte vogliono prendersi due strumenti importanti per la libertà e l’autonomia di ogni persona: leggere e scrivere. Durante la settimana ci sono corsi a cui possono partecipare a seconda delle esigenze e noi diamo una mano: mi piace lavorare con loro, sono davvero molto motivate!

Inoltre organizziamo incontri con altre associazioni della città, collaborazioni con il carcere di Ceuta e con il Centro per minori. Durante la settimana forniamo aiuti umanitari, come vestiti e cibo quando è possibile, alle persone che ne hanno bisogno.





Mi sono resa conto che leggere che qui è un mix di culture e religioni non è una frase retorica, è qualcosa che sta nella realtà. Cristiani, musulmani spagnoli, musulmani arabi, ebrei, e poi cinesi, siriani, europei, africani. Nella mia classe di spagnolo sono tutti del Marocco e sono tutti musulmani. Fa un certo effetto quando mi ritrovo ad essere l’unica senza il velo e il maestro traduce in arabo per spiegare qualcosa di spagnolo (e naturalmente sono la sola a non capire quello che stanno dicendo, ma meglio, imparo anche un po' di arabo!).

La frontiera è a circa tre chilometri scarsi da dove abito. Pochi minuti, un foglio da compilare, timbro sul passaporto e sei in Marocco. Non tutti hanno il diritto di muoversi così liberamente e ogni volta che passo la frontiera le mie emozioni si mescolano in un insieme di stupore, tristezza e indignazione. Ci sono moltissime persone che vivono nelle foreste in Marocco e cercano di entrare a Ceuta in qualche modo. Arrivano fino a qui e si trovano di fronte una recinzione per tutto il confine, con tutti i problemi che trascina con sé.



Il Marocco come paese mi affascina: caos, gente, mercati, cibo(!) e molto altro.

Il fine settimana viaggiamo e ogni volta è una scoperta.

Tutta questa esperienza è una scoperta in sé!



Al prossimo aggiornamento!



Irene